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Enigmistica: storia di un’arte antica

storia dell'enigmistica | indovinelli dal web

“Qual è l’animale che al mattino avanza con quattro zampe, a mezzodì procede con due e quand’è sera cammina con tre?”
Leggende e racconti tramandano che fu grazie alla risoluzione di questo indovinello che Edipo diventò re della città di Tebe, sfuggendo così alle grinfie della Sfinge che dominava l’ingresso della città.

La memoria si perde nel mito della tragedia greca, nella notte dei tempi, così come l’origine dell’enigmistica, un’arte tanto affascinante quanto antica.

Enigimistica: l’arte di comporre enigmi

Con il termine “enigmistica” si intende l’arte e le attività legate alla composizione e alla risoluzione di enigmi, anagrammi, rebus.
L’enigmistica è da sempre patrimonio dell’umanità e, come abbiamo compreso, dall’introduzione ha origini molto antiche.
Sebbene quello di Edipo sia sicuramente l’enigma antico più conosciuto, ce ne sono moltissimi anche nascosti tra le righe del Corano e della Sacra Bibbia.

I primi enigmi che ci arrivano dal passato sono sicuramente gli indovinelli: è sufficiente ripercorrere storia e mitologia greca per ricordare come proprio gli oracoli parlassero per mezzo di enigmi, trasferendo sotto le parole di un testo significati profondi ed a volte esoterici.
È proprio in virtù di questa loro caratteristica, ovvero essere testi che sottintendono altri significati, che enigmi ed indovinelli sono di difficile risoluzione.

Si tramanda, addirittura, che Omero, il celebre compositore di Iliade e Odissea, sia morto per la vergogna di non esser riuscito a risolvere l’indovinello di un gruppo di pescatori di Ios.
Ecco come recitava l’indovinello:

“Quello che noi abbiamo preso, l’abbiamo lasciato; quanto non abbiamo preso, ce lo portiamo”
Scopri la risposta!

Enigmistica nel mondo latino

Indovinelli ed enigmi hanno avuto molto seguito anche nella cultura e nella tradizione latina. Qui indovinelli ed enigmi incontrano la poetica e la retorica: molto conosciuto è infatti il gioco di parole con il quale Cicerone terminò una sua lettera.
Egli riportò la dicitura “Mitto tibi navem prora puppique carentem” ovvero “ti mando una nave senza prua e poppa”. Togliendo nella parola “navem” la prua e la poppa, ovvero la lettera “n” ed “m”, otteniamo il celebre saluto romano “ave”.
Sempre nell’ambito della tradizione latina, non possiamo dimenticare il quadrato di Sator, ovvero un’iscrizione, rinvenuta anche a Pompei, composta da 5 parole: “Sator”, “Arepo”, “Tenet”, “Opera”, “Rotas”.
Inserite all’interno di un quadrato possono essere lette sia in orizzontale che in verticale e danno origine ad una frase palindroma, ovvero identica se letta da destra verso sinistra che da sinistra verso destra.

Mettiti alla prova con l’indovinello di Edipo!

“Qual è l’animale che al mattino avanza con quattro zampe, a mezzodì procede con due e quand’è sera cammina con tre?”

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